Scuola – Ancora malcontento sui concorsi scolastici

Proprio in questi giorni si stanno svolgendo le ultime sessioni degli esami scritti del Concorso straordinario ter per l’istruzione secondaria di primo e secondo grado, bandito ai sensi dell’art. 3, comma 7, d.m. 26 ottobre 2023, n. 205.

Mentre in alcune Regioni la prova scritta è già in via di conclusione, in altre si stanno ancora cercando i membri delle commissioni per gli esami orali. Nel frattempo, l’interesse di numerosi candidati è già proiettato verso il prossimo concorso scuola 2024, il cui bando è atteso per l’autunno, tra settembre/ottobre.

Molti gli esaminati che attraverso una selezione di una prova scritta a risposta multipla accederanno a quella orale, con 50 domande di competenza varia (pedagogia, psicologia didattica, metodologica, nonché conoscenza della lingua inglese livello B2, e uso didattico delle tecnologie, e dei dispositivi elettronici multimediali). Coloro che supereranno la prova orale, avendo conseguito una votazione almeno pari a 70/100 avranno accesso alla valutazione dei titoli utili per la graduatoria finale.

Ciò che colpisce di più, però, è la mancanza di una vera e propria graduatoria pubblica che consenta di fare pronostici consapevoli in relazione allo svolgimento e al possibile esito della prova orale. Destabilizza il fatto che, a quanto pare, il concorso non procurerà uno scorrimento della graduatoria se non per coprire i posti degli eventuali rinunciatari, sebbene il superamento, per i non vincitori assegnatari di cattedra, porterà punteggio nelle GPS e in graduatorie interne (queste ultime comunque riservate a coloro che saranno effettivamente assunti) oltre che per le prossime domande.

Ed ecco che i nodi vengono al pettine. Come già rilevato da Meritocrazia Italia con precedenti comunicati, i posti assegnati sono pochissimi rispetto ai partecipanti ed emblematica è la classe di concorso A46 per gli insegnamenti delle discipline giuridico-economiche.

Tra i candidati e i vincitori dei concorsi precedenti è diffuso lo scoramento che prova chi si chiede ossessivamente se ne valga davvero la pena, a fronte dei sacrifici organizzativi ed economici che molti aspiranti docenti devono affrontare in un orizzonte caratterizzato dall’incertezza del conseguimento del ruolo: ci sono infatti per alcune classi di concorso prove orali che si terranno in regioni diverse da quelle di residenza, ponendo evidenti dubbi sulla sostenibilità di un incarico i cui proventi a stento coprirebbero i costi di una permanenza da fuori sede.

Se a questo si aggiungono le improbabili proposte che mirano a garantire la continuità dei docenti di sostegno sulla base del prioritario gradimento della famiglia del disAbile – modifica che, in nome della semplificazione, a tutti gli effetti introduce una possibilità soggettiva in luogo di una oggettiva –, Meritocrazia deve tornare a chiedere di fare ordine in un sistema di norme e procedure di reclutamento ormai del tutto incoerente, intrinsecamente e rispetto alla funzione istituzionale del settore istruzione, che è e resta un settore strategico.

La Scuola dovrebbe essere la punta di diamante di un Paese e non il fanalino di coda; la costruzione del tessuto sociale mediante la formazione di individui socialmente competenti dovrebbe essere l’assoluta priorità dello Stato.

Comunicato stampo

Lascia un commento